Un incendio devastò nel 1953 le baraccopoli di Shek Kip Mei. Per dare una casa ai 50.000 profughi, la città costruì in tutta fretta un intero paese composto da edifici multicolori. Queste tinte allegre nascondono una realtà difficile: gli appartamenti sono incredibilmente piccoli (28 m2 per 5 persone). Eppure gli abitanti sono attaccati al loro quartiere, molto vivace. Altra particolarità del luogo: una fabbrica abbandonata accoglie ormai un centro d'arte, il Jockey Club Creative Art Center, specializzato nel design, in cui vivono oltre 150 artisti.