Mount St. Helens National Volcanic Monument
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Sito naturale
Il parere della Guida Michelin
St. Helens è uno dei vulcani più famosi del mondo per via dell'eruzione del 1980 che, con una potenza pari a diverse bombe atomiche, distrusse il versante nord del monte. Oggi la montagna sventrata, inglobata in una riserva naturale di 445 km2, è una popolare meta turistica. I nativi chiamavano St. Helens, il più giovane (40.000 anni) tra i vulcani della catena Cascade, il Monte del fuoco. Quiescente per la maggior parte del XX sec., il 20 marzo 1980 il vulcano provocò un primo terremoto di magnitudo 4.1. Il 27 marzo un'improvvisa eruzione produsse nell'atmosfera una colonna di vapore e cenere di 24 km. Eruzioni analoghe continuarono per giorni. Il mattino del 18 maggio un'altra scossa devastò il fianco settentrionale, che iniziò a crollare. Quasi immediatamente si formò dalla montagna una nube di lapilli che raggiunse una velocità di 900 km all'ora. Al termine della giornata la vetta, che prima misurava 2950 m, era scesa a 2549 m, il cratere era profondo 610 m e largo circa 1,5 km. L'eruzione aveva devastato 647 km2 di foresta, provocato diverse inondazioni e la morte di 57 persone. Nonostante la terribile potenza distruttrice dispiegata, la montagna divenne ben preso un simbolo venerato della forza della natura. Alcune specie animali sotterranee sopravvissero all'eruzione e dopo alcuni mesi ricomparvero le piante, che attrassero a loro volta altri animali. Oggi il vulcano è la seconda vetta più amata dagli escursionisti dopo il giapponese Monte Fuji.
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